Tra le corsie dei supermercati italiani si è aperta una nuova era per la gastronomia: la comparsa di un vero e proprio “cibo 3D” pronto da gustare.
Stiamo parlando di “The Filet” – il primo trancio di salmone stampato in 3D. Questa sorprendente creazione, realizzata dalla start-up austriaca Revo Foods, trasuda l’essenza del salmone fresco delle pescherie, ma con una composizione che sfida le convenzioni.
Composto da albuminoidi e microproteine estratti dai funghi, arricchito con gli essenziali acidi grassi Omega-3, The Filet è un prodotto all’avanguardia confezionato in materiali riciclabili. A un prezzo accessibile di 6,99 euro per una porzione da 130 g, è destinato a rivoluzionare il mondo dei filetti di pesce surgelato. La cucina con The Filet si presta a varie modalità, dalla padella al forno, passando per la friggitrice ad aria. Questa è la visione del futuro del cibo, e l’innovazione è arrivata nei supermercati italiani.
La stampa 3D per il cibo è una tecnologia che sta rivoluzionando l’industria alimentare. Consente la creazione di piatti su misura, adattati alle esigenze individuali, pronti per deliziare il palato. L’innovativa macchina di Natural Machines, una start-up con sede a Barcellona, ha segnato l’inizio di questa rivoluzione nel 2012. Tale tecnologia si prefigge due scopi principali in cucina: ridurre lo spreco alimentare, valorizzando materie prime precedentemente scartate, e offrire soluzioni personalizzate ai consumatori. Natural Machines si pone l’obiettivo ambizioso di diffondere la stampa 3D nella cucina di tutti entro i prossimi 10-15 anni. Un futuro affascinante si profila all’orizzonte, ma pone una domanda importante: siamo pronti a rivedere il nostro approccio alla cucina a nome dell’innovazione e della sostenibilità ambientale?

Le opinioni degli esperti
Fabio Mariniello, esperto di enogastronomia intervistato da Today Benessere, rivela che il primo cibo stampato in 3D è una combinazione di proteine vegetali, prevalentemente da funghi e piselli, accoppiate ad acidi grassi polinsaturi come gli Omega-3. Gli additivi svolgono un ruolo cruciale nell’ottenere un prodotto che assomigli al salmone autentico sia in consistenza che in sapore.
Il processo di stampa 3D per il cibo ha inizio con la creazione di un modello digitale al computer. Successivamente, attraverso la tecnica chiamata FDM (Fused Deposition Modeling), il materiale viene stratificato e assemblato, conferendo al cibo una struttura a strati. Il calore è il mago che modella e ammorbidisce l’impasto, mentre gli additivi lavorano per migliorare la coesione e la consistenza.
Il cibo 3D ha davvero del potenziale?
Questa rivoluzionaria tecnologia offre un vasto campo di applicazione. Attualmente, è possibile creare con facilità prodotti dalla consistenza morbida, dolci e prelibatezze da forno. Tuttavia, la strada dell’innovazione è ancora in fase embrionale, e la sfida rimane replicare la freschezza di frutta e verdura.
L’adozione delle stampanti 3D per il cibo è in costante crescita, sia tra i consumatori che tra i produttori alimentari. Questa tecnologia promette una riduzione significativa degli sprechi alimentari, poiché utilizza solo le materie prime necessarie, minimizzando gli scarti. Tuttavia, sorgono legittime preoccupazioni riguardo agli additivi impiegati e alle procedure chimiche e fisiche coinvolte. Al momento, non emergono problemi gravi, ma è prudente attendere ulteriori sviluppi.
Dunque, il cibo stampato in 3D potrebbe diventare una pietra miliare nell’alimentazione del futuro, accanto agli insetti e alla carne coltivata. Questa tecnologia è destinata a rivoluzionare il nostro approccio alla cucina e a rispondere alle sfide alimentari del nostro tempo. Grazie all’evolversi della robotica e della domotica, potremmo ben presto assistere all’integrazione di stampanti 3D alimentari in ogni cucina, pronte a preparare piatti su richiesta. La rivoluzione del cibo stampato in 3D è già in corso, e il futuro del gusto si preannuncia affascinante e ricco di possibilità.