Ogni ingrediente ha la sua storia affascinante, ma pochi possono vantare una metamorfosi così incredibile (ed inquietante) quanto l’olio di palma. Questo grasso versatile, originariamente noto come un lubrificante essenziale per le ruote dei treni, ha attraversato un’evoluzione straordinaria per diventare uno dei grassi alimentari più diffusi al mondo. È un cambiamento epico, reso possibile dalla magia della produzione industriale, che ha trasformato un tempo il suo carattere e il suo sapore. Ecco la storia sorprendente di questo ingrediente, che si cela dietro il titolo di due libri sorprendenti.
Olio di palma: un viaggio su rotaie
I libri in questione, “Planet Palm: How Palm Oil Ended Up in Everything – and Endangered the World” di Jocelyn Zuckerman e “Oil Palm: A Global History” di Jonathan E. Robins, gettano luce su questa metamorfosi culinaria. I due testi offrono prospettive diverse, ma altrettanto coinvolgenti, sull’olio di palma, definendolo un camaleonte degli ingredienti. Questo olio, estratto sia dalla polpa che dal seme della palma, ha origini africane, dove ha svolto ruoli molteplici, dall’uso culinario alla produzione di farmaci e saponi. In Europa, era noto fin dal diciassettesimo secolo, ma il suo viaggio culinario ha preso il via grazie all’imprenditore William Lever, il quale ha intrapreso la sfida di trasformarlo in margarina.
Tuttavia, l’olio di palma che conoscevamo un tempo, con il suo colore vibrante e il sapore caratteristico, è cambiato radicalmente. Le tecniche industriali hanno reso l’olio inodore e insapore, un’alterazione che lo ha reso un protagonista in molteplici prodotti alimentari a basso costo, ma a valore nutrizionale molto limitato.

Dall’Uso ferroviario all’industria alimentare
Originariamente, l’olio di palma serviva a proteggere le ruote dei treni dall’ossidazione. Tuttavia, con il tempo, il suo ruolo è cambiato radicalmente. Prima, veniva utilizzato per produrre candele e solo nel 1880 una compagnia britannica ha sviluppato un metodo per deodorarlo e renderlo commestibile. Inizialmente, questa coltivazione veniva considerata una risposta all’abolizione della schiavitù, ma la realtà era ben diversa, con condizioni di lavoro spesso disumane, specialmente nel Congo belga. Con il tempo, la produzione di olio di palma si è spostata in Asia, creando una grave crisi ambientale, con vaste estensioni di foreste distrutte.
Impatto sulla salute e il futuro dell’olio di palma
L’olio ricavato dalle palme è diventato un componente chiave nella produzione di alimenti ultraprocessati come snack, biscotti e merendine. Sebbene conferisca una gustosa consistenza agli alimenti, non fornisce nutrienti essenziali ed è associato all’aumento di problemi di salute, tra cui diabete e obesità. Questo prodotto ha una presenza pervasiva nei supermercati americani, e la sua produzione è cresciuta in modo impressionante, passando da cinque milioni di tonnellate nel 1980 a 62 milioni nel 2015.
Sebbene esistano sforzi per produrre olio in modo sostenibile, il progresso è stato modesto, con solo il 19% dell’olio prodotto che è stato certificato come sostenibile nel 2021. La maggior parte delle aziende non può garantire la provenienza sostenibile dell’olio di palma utilizzato nei loro prodotti.
Alla ricerca di soluzioni
Una società americana chiamata Xylome sta sviluppando un olio sintetico che potrebbe sostituire l’olio di palma nei prodotti di bellezza e detergenti. Nel frattempo, il modello di produzione tailandese si concentra sull’uso di terreni precedentemente utilizzati per la coltivazione di gomma naturale, riducendo la deforestazione.